Incontro di apertura Anno Sociale 2024 – “Giardino nel Cuore”

GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE – Casa della Salute Cittadella San Rocco

Incontro di apertura
Il Garden Club di Ferrara ha partecipato al progetto del “Giardino nel Cuore”, in collaborazione con l’Associazione Vola nel Cuore, l’AUSL cittadina e privati.
All’interno della cittadella di San Rocco ha curato la realizzazione di una zona verde, inaugurata a maggio 2022, con rosmarini, elicrisi, santoline, salvie, timi e tante altre piante, occupandosi anche della sua manutenzione.
Il giardino, creato con percorsi funzionali alle esigenze riabilitative del contiguo Reparto di Neuropsichiatria infantile, è un’esplosione di colori e di profumi che lo rendono un luogo di benessere e di relazione.
Per tale ragione abbiamo ripreso le attività autunnali con un incontro conviviale in questo spazio.

Interventi:

Dott.ssa Marilena Bacilieri, direttrice del distretto Centro Nord dell’Ausl

Dott.ssa Franca Emanuelli, direttrice del Reparto di neuropsichiatria infantile, Dipartimento assistenziale Integrato, Salute mentale e Dipendenza patologica.

Direttore Silvio Marchetti, Associazione Vola nel Cuore

Paola Cucchi, vicepresidente del Garden Club, mente operativa del progetto della bordura sensoriale del Giardino nel cuore

Stefan von Prondzinski, psicopedagogista e docente, ha organizzato ed organizza decine di corsi di formazione per la specializzazione in disabilità, ha parlato di “𝐂𝐡𝐞 𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐭𝐢𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢𝐧𝐨”.

Il pomeriggio si è concluso con un brindisi di benvenuto.
Ecco il testo dell’introduzione di Paola Roncarati:
“Ringrazio tutte e tutti gli intervenuti in questa insolita area di incontro per i soci del Garden Club, che per tradizione, dopo la pausa estiva, si danno appuntamento in un bel giardino ben decorato, per avviare le attività autunnali. Oggi invece, ci ritroviamo in un giardino speciale, all’interno dell’anello verde dello storico Ospedale Sant’ Anna di Corso Giovecca, oggi felicemente recuperato come Cittadella San Rocco; Cittadella che vede all’interno del suo architettonico anello un patrimonio verde di pregio-pensato come parte della struttura e della ricchezza sanitaria dell’Ospedale- con Ginkgo biloba, tigli, cedri, magnolie, allori e pini, alcuni centenari, oggi arricchito da un giardino creato in quel contesto.Il 12 settembre del 2020, esattamente tre anni fa, il Garden Club  ha ripercorso la storia dell’Ospedale come edificio monumentale della città  (edificio la cui prima pietra è stata posata nel 1910),  su iniziativa della past president Gianna Borghesani, con il contributo del dott. Francesco Scafuri, già responsabile dell’Ufficio Ricerche Storiche del Comune, nonché  dello storico della medicina  dott. Gianluca Lodi, dell’agronomo dott. Giovanni Morelli, dell’Assessore ai lavori pubblici Andrea Maggi, presenti anche il dott. Giovanni Peressotti, direttore amministrativo dell’AUSL, la dott.ssa Flavia Sani, architetto di strutture sanitarie, il dott. Riccardo Modestino, presidente dell’Associazione De Humanitate Sanctae Annae. Ci onorava la presenza della dott.ssa Monica Calamai, direttrice generale delle aziende sanitarie ferraresi. Fu un evento apprezzabile per la città, da sempre legata al suo ‘vecchio’ ospedale.

Due anni dopo, il 7 maggio 2022, abbiamo inaugurato il Giardino nel cuore, secondo un progetto voluto fortemente dalla dott.ssa Franca Emanuelli, direttrice della neuropsichiatria infantile dell’AUSL di Ferrara che ci parlò del suo ‘sogno’ di un giardino da creare con finalità terapeutiche, in prossimità del reparto in cui opera, un giardino pensato per terapie all’aperto, la cui importanza ci illustreranno la stessa dott.ssa Emanuelli e l’ apprezzato esperto nel settore, il dott. Stefan Von Prondzinski, docente e psicopedagogista.

I sogni, se corredati di tenacia e buona volontà, si realizzano.

La realizzazione del progetto ho goduto del consistente contributo dell’Associazione ‘Vola nel cuore’, presieduta da Silvio Marchetti, dalla famiglia del dott. Stefano Cavazza della nostra consigliera Maria Teresa Sammarchi, cui si deve la prima idea di un‘adesione  della nostra Associazione per la progettazione dell’area verde; impianti botanici avvenuti poi sotto l’attenta sorveglianza e operosità della vicepresidente del nostro Club, Paola Cucchi, che si è avvalsa della collaborazione del Gruppo del giardinaggio del Garden Club, con testa e mani operose. Tra le più attive e i più attivi: Franca Giuberti, Angela Roncarati, Silvia Zappaterra, Maria Teresa Sammarchi, Anna Oliviero, Santo Scalia, Gilberto Tagliati, Titta Vanini, Giulia Michetti e altri soci quando disponibili, che si avvicendano e che ringraziamo per il loro contributo al significato di un bell’operare. Qual è il loro contributo?  Sorvegliano il giardino e lo liberano dalle erbe infestanti, un’operazione onerosa perché le erbe infestanti si strappano a mano e nessuna macchina può sostituire questo faticoso lavoro, finora nemmeno l’intelligenza artificiale!

Arrivo in breve ai due motivi dell’iniziativa di oggi.

  • Primo motivo: il sogno, della dott.ssa Emanuelli è legato al filo d’acciaio di una parola chiave che è il BISOGNO. Realizzare un giardino con finalità terapeutiche è un atto di valore, che soddisfa un bisogno.
 Quando si crea un’area verde nel giardino, si crea una comunità di vegetali vivi, forzati a stare insieme, i quali non hanno spontaneamente deciso di vivere dove sono stati piantati e che, quindi, necessariamente, debbono essere costantemente osservati, curati, stimolati. Questa è la nascita e la storia del giardino che, compresi quelli con finalità terapeutica, ma anche i parchi verdi, sempre soddisfano un bisogno umano.  Pensiamo oggi anche alla vorticosa messa a dimora -in questi anni difficili climaticamente- di milioni di piante che ci sono necessarie per farci respirare e vivere. Le quali poi per lo più vengono abbandonate ad una percezione di resistenza naturale, possono crescere stentatamente, essere potate senza scrupoli, con il colletto inglobato in cordoli di cemento e, destinate -nel tempo- a deperire o a morire. Da amiche le piante -necessarie alla nostra vita- si trasformano -nelle nostre narrazioni- in nemiche, quando si disseccano o crollano, perché mettono a rischio la vita che dovrebbero tutelare.

Un giardino, come questo di cui parliamo, certamente nasce da un bisogno, è utile, ma anche bello, aperto al pubblico, perché la sua bellezza rasserena chiunque voglia usufruirne.

Ribadisco con forza: oltre al bisogno dei piccoli pazienti cui l’opera è destinata, c’è il bisogno delle piante, una volta messe a dimora, di essere curate e sorvegliate nella crescita. Questo il compito che abbiamo assunto come Garden Club, benché non previsto nell’accordo iniziale con l’USL, perché il giardino, se trascurato si inselvatichisce in breve tempo e perde la sua funzione. Anche queste piante esprimono il bisogno di essere amate e tenute in vita. Immagino che stiate pensando che non c’è paragone tra i bisogni di un bambino malato o disabile e la necessità delle piante di vivere, di bere, di crescere sane. Occorre, invece, a mio parere, superare la convinzione che le piante, se trascurate, possano essere sostituite con altre, basta recarsi dai vivaisti, così come acquistiamo e buttiamo oggetti inservibili. Non è questa la valutazione che ci chiede l’urgenza di una nuova sensibilità nei confronti delle altre vite del pianeta, siano esse di animali o vegetali. E’ un pessimo messaggio insegnare alle future generazioni che le altre vite senza troppo riflettere si possano sottovalutare, trascurare e sostituire, quando invece necessarie tutte alla vita di tutti.

2)   Secondi motivo dell’incontro di oggi:

Ho consultato la Carta di Firenze del 1981 o Carta dei giardini storici, stilata da architetti e studiosi del settore, argomento su cui noi del Garden Club stiamo riflettendo da tempo (anche per la grande sofferenza cui sono sottoposti i giardini storici di Ferrara, quasi tutti danneggiati per il restauro di edifici storici, restauro con fondi PNRR).

 E’ problematica la definizione di i ‘giardini storici’, quasi fosse una contraddizione in termini, i giardini sono vivi, hanno comunque una vita, mai uguale di anno in anno, nascono come noi e come noi muoiono nel tempo, non resistono per secoli, anche se curati, possono essere non restaurati, ma sempre ricreati, sostiene il documento. →Perché diventano quindi storici e assumono un valore tutelato? Acquisiscono importanza a seconda del contesto in cui vengono creati e curati. Il contesto di questo giardino è l’anello storico del vecchio Ospedale Sant’ Anna. Il giardino -scrivono gli studiosi- non è separabile ‘dal suo intorno ambientale, urbano, artificiale o naturale’- quindi il ‘Giardino nel cuore’ in cui oggi ci siamo dati appuntamento, potrebbe diventare degno di tutela pubblica, perché inserito in un’area storica. Ne ha tutte le prerogative e sul tema, per il momento, mi fermo qui.”

 

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