22 settembre 2022
Conferenza della Professoressa Paola Bonora sul tema “Suolo consumato, paesaggi erosi”. Saluto iniziale di Paola Roncarati e della Presidente nazionale UGAI, Maria Angela Bettini Ferrari.
Paola Bonora, Presidente del Garden Club di Bologna, è stata docente ordinaria di Geografia all’Università di Bologna.
Ha coordinato progetti di ricerca ed è autrice di numerosi saggi e volumi, tra cui due libri sul consumo di suolo.
Di seguito l’introduzione della presidente del nostro Club, Paola Roncarati
“Abbiamo il piacere (e l’onore) di ospitare oggi Paola Bonora, recentemente eletta presidente del Garden Club di Bologna, già titolare della cattedra di Geografia e Presidente del Corso di laurea in Scienze Geografiche nell’Ateneo di Bologna. La professoressa Bonora tratterà un tema di assoluta attualità, oltre che di interesse grandissimo, per l’ineludibilità del problema: un problema che affronta e studia da anni:
‘Consumo di suolo e paesaggi erosi’.
Già dal titolo della sua relazione si evince che Paola Bonora ci induce a riflettere su un ‘paradosso’: la stolta incapacità dell’uomo di avere una ‘memoria del futuro’. Cosa intendo dire con questa affermazione? Che la memoria del passato (e degli errori che noi umani abbiamo commesso nel nostro passato) non si proietta a sufficienza verso →→l’immaginazione di un futuro, nel quale ci sia ‘coesistenza integrata’ di esseri viventi sul Pianeta Terra, un Pianeta dove entità aventi radici nell’immediato sottosuolo e protesi in alto con fili d’erba, tronchi, rami e foglie si possano armonizzare con gli altri esseri che ivi convivono, rispettando invalicabili confini ecologici ed ecosistemici.
Se è vero che esistono regole per la casa comune dei due regni, animale e vegetale, tali regole devono indurre l’uomo a conoscere e rispettare i confini ecologici e sociali dello sviluppo dei consorzi umani. Detto sviluppo, infatti. non può essere senza limiti, ma deve essere consapevole della necessità di un delicato equilibrio, rispettoso dei confini di tempi e di luoghi.
Tutto ciò presuppone che i consorzi umani si convincano della necessità di transitare da uno sviluppo basato sulla prepotenza dell’essere umano allo sviluppo basato sulla coscienza. Il che non è obiettivo utopico, ma la prospettiva praticabile di armonia tra ecologia e crescita consapevole del progresso umano.
Occorre guardarsi dai pericoli che si annidano, insidiosi, nelle pieghe di un potere decisionale il cui scettro si basi sulla tecno/democrazia, sulla pretesa di ammantare di presunte tecnicità le decisioni politico/amministrative che si prendono. La conoscenza tecnica, anche di estetica, deve supportare il potere decisionale, pubblico e privato, con suggestioni, suggerimenti, pareri. È opportuno, insomma, che dialoghino i soggetti vocati a conoscenze estetiche con i centri elaboratori di decisioni politico/amministrative; anche per non lasciare che le scelte decisionali finiscano nelle mani di ristrettissimi gruppi di pressione.
Chi deve prendere determinazioni politico/amministrative per il buon governo di un territorio, sul quale insiste da secoli una comunità che a quel territorio e alla sua storia è legata, ha il dovere di sentire le voci culturalmente più vive di quella stessa comunità, come può essere la voce di un Garden Club che spende le proprie energie con l’obiettivo di rendere belli e attraenti i ‘luoghi’. Anche per tal via si perpetua la millenaria tradizione delle città italiane che, fin dal medioevo e dal rinascimento, attraevano con la bellezza delle città e dei propri territori i forestieri dediti ad arti e mestieri.
Se si vuole avere una ‘memoria del passato’ capace di proiettarsi verso il futuro, si deve riflettere molto più profondamente –e non solo in termini di fede- sull’appello che anche il Papa ha fatto per un ‘Creato da custodire’. È, del resto, quanto già la Bibbia, nel libro della Genesi, ci ha imposto di fare, giacché Dio pose l’uomo e la donna sulla Terra affinché la coltivassero e la custodissero come un giardino, un Eden abitabile in armonia da tutti gli esseri viventi, sia che affondino le loro radici nella terra, sia che calpestino la terra con i loro piedi e le loro zampe.”