L’8 novembre prossimo, alle ore 16.30, nei locali della Casa di Ludovico Ariosto, il Garden Club inaugura una mostra fotografica (che si protrarrà fino al 20 dicembre 2019, nell’orario di apertura del museo) di immagini che Enrico Baglioni ha tratto da territori defilati della Bassa ferrarese. Oggi s’impone un altro modo di fare ‘paesaggio’ in pianura: la mostra è mossa da questa suggestione. L’estetica dello sguardo su un territorio fluviale e agricolo, fotografato in banco e nero dall’artista, è adattata a un nuovo rapporto tra mappa dei luoghi – cura e racconto – eutopia; che sembra essenziale in epoca di sconvolgimenti climatici e sociali. La mostra è in linea con il tema portante che nel 2019 ha perseguito il Garden Club: il recupero di luoghi cari a Bacchelli, riscoprendo le parole del romanzo Il mulino del Po e, con esse, l’antica civiltà fluviale, le radici che il mondo globalizzato rende ormai non riconoscibili, facendo rischiare la conseguente perdita di ‘nomi e cognomi’ (G. Bassani). L’assegnazione del Premio Nazionale del Paesaggio 2019 (istituito dal MIBAC) al Consorzio Uomini di Massenzatica, ovvero ad un territorio agricolo ben condotto e tutelato, muove in direzione del recupero e della rigenerazione di ‘luoghi’; ‘luoghi’ non necessariamente d’eccellenza estetica.
L’esibizione nella mostra –curata da Paola Roncarati– di 30 fotografie in bianco e nero vuol essere un appello a superare la logica della com/prensione, intesa come ‘includere conquistando’ (presupposto di ogni malinteso ‘esteticamente fruibile’ del turismo di massa), per favorire un nuovo modo di ‘connivenza’ con la natura da rispettare e proteggere insieme al senso dell’abitare; nella previsione di un incerto futuro per generazioni senza memorie.
Una sezione fotografica richiama scritti ambientali di G. Bassani, tratti da Italia da salvare, raccolta recentemente riedita: le fotografie di Enrico Baglioni erano amate dallo scrittore che ne utilizzò immagini di ‘luoghi ferraresi’ per sue pubblicazioni.