Mercoledì 23 marzo Viaggio a Villa Reale di Marlia e al borgo di Sant’Andrea di Compito (LU) “Giardino delle camelie”

Mercoledì 23 marzo il Garden Club Ferrara ha organizzato una gita per i soci a Villa Reale di Marlia e al borgo di Sant’Andrea di Compito (LU) nel “Giardino delle camelie”. Immagini e storia.

 

Lucca: la città dal volto Santo – Introduzione storica, a cura di Gilberto Tagliati

 

Mettetel sotto, ch’i’ torno per anche a quella terra che n’è ben fornita: ogn’uom v’è barattier, fuor che Bonturo; del no, per li denar vi si fa ita.

(Dante, Inferno, canto XXI vv.39-42)

 

Le origini della città risalgono al II secolo a.C.; nel 56 a.C. ospitò il celebre incontro tra Cesare, Pompeo e Crasso (primo triumvirato). Raggiunse il suo apice tra il I e il II secolo d.C. (resti dell’Anfiteatro). Sotto i Longobardi fu città capitale della Tuscia, ruolo che conservò anche durante il periodo carolingio. Tra l’XI e il XII secolo raggiunse l’apogeo della potenza politica ed economica. A quell’epoca risalgono le principali chiese della città (San Martino, San Michele, San Frediano).

Principale luogo di sosta lungo la via Francigena per la venerazione del Volto Santo, ancora oggi simbolo della città, Lucca si arricchì grazie alla manifattura della seta che continuò anche per tutto i secoli XV e XVI, dando luogo ad una classe di mercanti e poi di banchieri che da Lucca estesero la loro attività a tutta Europa. A quell’epoca risale l’imponente cinta muraria. Alle ricchezze accumulate con queste attività, si devono le splendide ville costruite nella campagna lucchese a partire dal XVI secolo, trasformate più o meno in maniera radicale nei secoli XVII e XVIII.

Luoghi di svago, ma anche di oculata amministrazione di poderi, i giardini hanno subito diverse trasformazioni, prima all’italiana, quindi alla maniera barocca e infine all’inglese.

La principale di queste dimore è la Villa Reale di Marlia, ma non meno importanti sono anche Villa Mansi, Villa Torrigiani e Villa Garzoni di Collodi.

Governata quindi da un patriziato formato esclusivamente dalle vecchie famiglie mercantili, la città prolungò per secoli la sua esistenza fino al 1799, quando Napoleone la assegnò alla sorella, Principessa Elisa, moglie di Felice Baciocchi. Al Congresso di Vienna Lucca conservò la sua indipendenza come ducato; nel 1847 venne unita al Granducato di Toscana e, pochi anni dopo, al Regno d’Italia.

 

Villa Reale di Marlia ed il suo parco

 

Una delle ville più famose nei dintorni di Lucca, si trova nell’omonima frazione del comune di Capannori; è un insieme di storia, arte e architettura, in una composizione di forme di grandissima eleganza e raffinatezza. Il sovrapporsi delle varie epoche culmina nell’evidente impronta neoclassica, tutta tipicamente italiana, con una ricorrente e sottile rilettura francese. Il parco regala grandi viste prospettiche e pregevoli angoli riservati, statue, fontane e giardini sorprendenti. Contiene un ricchissimo patrimonio arboreo, con grandi esemplari di abies, quercus palustris, pini, lecci e platani ed è famoso per la concentrazione di camelie, tra le più belle del territorio lucchese. Ha una superficie di 16 ettari ed è il risultato di un complesso succedersi di trasformazioni che testimoniano due periodi costruttivi diversi dell’architettura delle ville lucchesi: una parte del parco conserva l’originario impianto seicentesco con siepi, aiuole fiorite e alberi d’alto fusto; l’altra, invece, è disegnata secondo la moda del giardino paesaggistico all’inglese, con sentieri sinuosi, punti panoramici e boschetti ombrosi.

 

Viale delle camelie

All’interno del parco si trovano oltre quaranta varietà di Camellia japonica, nonché alcune fra le più rappresentative del territorio lucchese. Queste piante, originarie dell’Asia, approdarono in Inghilterra intorno al 1730, mentre in Italia si diffusero solo verso la fine del secolo. A Villa Reale la prima testimonianza dell’arrivo della Camellia japonica è rappresentata dall’ingente spedizione botanica del 1808. Elisa Bonaparte Baciocchi ordinò a suo fratello Giuseppe, re di Napoli, numerosi esemplari di piante rare dalla Reggia di Caserta per il nuovo parco all’inglese di Marlia. Le camelie cominciarono quindi a propagarsi in molte città della Toscana, dove trovarono il loro habitat naturale e numerosi appassionati coltivatori. Il viale delle Camelie si snoda seguendo il corso di un antico ruscello, caduto in disuso per diversi anni e riportato alla luce e riattivato solo di recente. 

 

Lago di Villa Reale

Il lago è un elemento molto importante all’interno dell’ecosistema del parco. Oltre a contribuire alla bellezza paesaggistica, svolge anche un’importante funzione pratica garantendo il sostentamento idrico dei giardini anche nei mesi più caldi. Quando il torrente Fraga va in secca, entrano in azione le pompe idrauliche che hanno il compito di riportare l’acqua da valle all’estremità nord del parco.

Situato nella zona est del parco, il lago artificiale fu uno dei primi progetti che la famiglia Pecci-Blunt affidò nel 1924 a Jacques Gréber. L’architetto realizzò anche il canale che serpeggia nel bosco e che si dirama per creare la suggestiva isola a forma di goccia prima di immettersi nel bacino lacustre. La zona del lago fu tra le più colpite dalla devastante tempesta di vento che investì la Lucchesia nel 2015: in poche ore vennero abbattuti numerosi alberi secolari. Per questo motivo i nuovi proprietari diedero il via all’ambizioso progetto di riqualificazione del parco della storica villa, grazie al quale sono già stati piantati oltre mille nuovi alberi, arbusti e piante da fiore. Alle forti raffiche di vento resistettero, invece, le tre imponenti statue di marmo raffiguranti Vulcano, Ercole e Demetra, in compagnia delle quali ancora oggi si può ammirare la villa riflessa nello specchio d’acqua.

 

Giardino all’italiana

Il giardino all’italiana era l’originario giardino della Villa del Vescovo, appartenente al secolo XVI, costituito da diversi livelli e diviso in riquadrature murate con stradoni e pergolati su colonne.

A seguito delle trasformazioni subite nel corso degli anni dalla Villa di Lucca, si sono conservati oggi due raffinati giardini. Il giardino superiore è pensile e impreziosisce la terrazza con un rigoglioso prato verde. Al centro si erge solitario un antico esemplare di Magnolia grandiflora.

Il giardino inferiore, invece, è un esempio più formale all’italiana di taglio geometrico ed è protetto su due lati dal muro di contenimento della terrazza.

L’architettura di questo secondo giardino è caratterizzata da forme rigorose e ben definite: basse aiuole squadrate di Euonymus ‘Pulchellus’ disegnano dei rettangoli, al cui interno spiccano bossi dalla forma sferica potati seguendo le regole dell’Ars Topiaria. La pavimentazione in ghiaia arancione e blu dona al complesso un tocco di colore.

 

Giardino spagnolo

Il giardino spagnolo, detto anche giardino dei fiori, fu progettato intorno al 1924 dall’architetto paesaggista Jacques Gréber, incaricato dai conti PecciBlunt di reinterpretare in chiave moderna l’area confinante con la Villa del Vescovo. In piena voga anni Venti e in linea con le avanguardie del tempo, il nuovo giardino in stile Art Déco si contraddistingue per le sue forme geometriche e per la rielaborazione degli archetipi del giardino ispanomoresco, dove l’acqua è l’elemento generatore. Proprio Gréber concepì anche il lago di Villa Reale e il canale artificiale che taglia il parco.

Dalla grande vasca sul lato nord del giardino un reticolo di canali a cielo aperto trasporta l’acqua alle fontane. Il perimetro, delineato da cespugli e statue, è adornato delle piante di ibisco, rosa rampicante Pierre de Ronsard, Euonymus japonica e Hypericum moserianum.

 

Giardino dei limoni Il giardino dei limoni, così come il teatro d’acqua e il teatro di verzura, è ciò che resta dell’assetto barocco dato al parco di Villa Reale dai fratelli Orsetti nel Seicento. Questo splendido giardino è distribuito su due livelli e ospita oltre 200 piante di agrumi in antichi vasi di terracotta che ogni inverno vengono ricoverate dal freddo nelle vicine limonaie.

 

Fontana delle tre sirene All’ingresso del giardino un emiciclo di mosaici rustici sormontato da busti romani e dallo stemma degli Orsetti racchiude la fontana delle tre sirene. Da qui si può ammirare la parte inferiore composta da quattro aiuole di prato con al centro i maestosi esemplari di Magnolia grandiflora a forma di cono. La sezione superiore del giardino è dominata dall’antica peschiera e dai giganti in marmo raffiguranti i fiumi toscani Arno e Serchio. Alle loro spalle si erge l’esedra in tufo e pietra liscia con la nicchia che ospita il gruppo marmoreo di Leda e il Cigno.

 

Teatro di Verzura

Il teatro di Verzura di Villa Reale è il più antico d’Europa. Questo straordinario esempio di architettura naturale fu commissionato dalla famiglia Orsetti e realizzato tra il 1664 e il 1670. È un elemento tipico nei giardini all’italiana e oggi rimane uno dei migliori tra le ville di Lucca.

Le siepi di tasso sono tagliate in modo da creare delle alte pareti verdi con finestre ad arco. Al confine tra scena e platea due forme topiarie rappresentano il podio per il direttore d’orchestra e la buca per il suggeritore, mentre le piccole sfere di bosso imitano i paraventi dei riflettori.

Il palco è più alto ed è racchiuso dalle quinte intervallate dalle statue in terracotta della commedia dell’arte: Pulcinella, Colombina e Pantalone. La recente opera di restauro ha visto la creazione di una struttura di sostegno e l’infoltimento delle siepi di tasso con piante giovani.

 

Borgo delle Camelie di Sant’Andrea di Compito

Il borgo, nel corso dei secoli, ha mantenuto immutate le proprie caratteristiche. 

La guida illustrerà l’Antica Chiusa Borrini, in cui si trova l’unica coltivazione del tè in Italia, la Fabbrica delle Camelie e il Camellietum Compitese, un’area per la conservazione e la salvaguardia delle cultivar antiche, precedenti al 1900 (sono presenti circa mille cultivar).

 

Antica Chiusa Borrini

L’antica Chiusa deve il suo nome alla cinta muraria che la delimita e risale al 1690. Di proprietà della famiglia Borrini, contiene una piccola cappella dove riposano le spoglie dei discendenti. Vi è seppellito anche il dottor Angelo Borrini, medico oculista del duca Carlo Lodovico di Borbone, il quale, con la sua gran passione, contribuì a diffondere le camelie in tutta la zona del compitese e ad iniziare un complesso lavoro di selezione, che si può ancor oggi osservare sulle cultivar più importanti. Nel 1795 fu impostato un vialetto di camelie che conducevano alla piccola cappella di famiglia. Purtroppo alcune di queste furono tagliate nel periodo tra le due grandi guerre.

Un discendente, Guido Cattolica, animato dalla stessa passione dell’antenato, ha creato una collezione permanente di camelie. Ha riprodotto tutte le antiche cultivar dei giardini della villa Borrini e si è cimentato per oltre trent’anni in esperimenti di ibridazioni artificiali. Ha ottenuto oltre cento nuove cultivar di camelia, alle quali sono stati dati nomi di personaggi storici o di persone del luogo e della famiglia. La Chiusa contiene anche una rara varietà di camelia proveniente dal Vietnam. Nel 1990 Guido Cattolica ha creato un esperimento di coltivazione della Camellia Sinensis (L.) Kuntze, la pianta del tè. Questa prova ha dato risultati molto incoraggianti: il tè prodotto a Compito concorre in degustazioni a carattere internazionale con molto successo.

 

Camellietum Compitese

Il Camellietum Compitese nasce nel 2002, anno della XV Mostra Antiche Camelie della Lucchesia, quando la comunità di S. Andrea e Pieve di

Compito, di concerto con l’amministrazione comunale di Capannori, decide di creare un giardino pubblico di sole camelie. Il Comune acquista un terreno terrazzato abbandonato, che un tempo ospitava alcuni orti, attraversato da un corso d’acqua alimentato da sorgenti naturali di ottima qualità. Il Centro Culturale Compitese si occupa poi della bonifica del terreno, ricostruisce i muri a secco crollati e inizia a mettere a dimora esemplari di Camelie japoniche provenienti da ville locali, toscane e italiane, con intento didattico e finalizzato alla conservazione delle specie. 

Con oltre 1.200 piante, è oggi il più ampio camelieto italiano e fra i primissimi di Europa.

Inaugurato nel 2005 dal presidente della International Camellia Society, Greg Davis, è stato insignito nel 2016 del titolo di “International Camellia Garden of Excellence”, riconoscimento che possono vantare pochissime aree verdi del mondo.

Dall’ottobre del 2008 ad oggi il Camellietum ha modificato enormemente la propria struttura e la propria essenza: l’estensione del parco è passata da circa 2000 mq a 7250 mq e, con le ultime piante messe a dimora nel marzo 2011, è passato dalle 250 piante e 200 cultivar alle attuali 1000 piante e 750 cultivar, piante non solo toscane, e per lo più originarie della Lucchesia, ma provenienti da tutta Italia e da tanti paesi europei ed extra europei. 

Le piante sono divise in aree tematiche:

area Camellia Japonica, che costituisce il nucleo originale, cresciuto dalle originarie 200 alle attuali 860 piante;

area “Specie spontanee” di Camellia, creata nel 2017, dove è possibile ammirare una parte delle oltre 270 specie spontanee, come la splendida Camellia granthamiana;

area “Sasanqua” (creata nel 2018) dove sono raggruppate circa 60 varietà di camelie a fioritura autunnale/invernale;

area “Higo” (creata nel 2019) con circa 50 varietà della Camellia japonica ‘Higo’, dallo spettacolare fiore ornato da 120-200 stami giallo-oro o rossi; • area “Didattica” (creata nel 2020) con le varie forme fiorali della camelia (semplice, semidoppio, doppio, imbricato, peoniforme, anemoniforme), i suoi vari colori (bianco, rosa, rosso) e le sue varie forme fogliari (variegate, a forma di pesce, ecc.);

nuove aree tematiche, inaugurate nell’ottobre 2021, destinate a varietà rare e speciali: camelie profumate, camelie reticulate (fiori enormi e spettacolari), camelie fimbriate, camelie a fiore “nero” (rosso scuro o scurissimo), camelie dalle foglie variegate.

 

 

Garden Club Ferrara